LA COLLEZIONE DI ARMI

La raccolta di armi è frutto di diverse donazioni risalenti alle origini del museo. Euclide Milano intendeva destinarne una buona parte all'allestimento della sala dedicata alla memoria dei Caduti in guerra, come illustrato da Giorgio Boasso nel bozzetto per la sua sistemazione: al centro dell’ambiente una vetrina per l’esposizione di armi e residuati bellici e sulla parete, sorretto da uno stemma di Casa Savoia che funge da mensola, un trofeo composto da fucili, sciabole, baionette, mazze, granate e bandiere.
Tra le armi bianche troviamo: uno spadone a due mani in gran parte rimaneggiato e rifatto, donato da una famiglia nobile di Cherasco, uno stiletto, alcune sciabole da ufficiale (secc. XVIII-XIX) tra cui una con lama decorata su entrambi i lati con motivi floreali incisi e un'altra recante i motti repubblicani mutuati dagli ideali rivoluzionari francesi ("Viva la Repubblica Italiana", "Vivere liberi o morire"), due daghe da guerra e quattro mazze ferrate da trincea austriache, baionette, pugnali, di cui uno ottomano-cretese. Due spade con lama a falce (shotel) e un pugnale della popolazione Galla (sotet/gerdet), insieme ad uno scudo in pelle di ippopotamo, offrono un assaggio del collezionismo di cimeli del colonialismo italiano in Etiopia.
La collezione di armi da fuoco comprende esemplari ad avancarica, con accendino a pietra focaia e con la successiva percussione a luminello, e retrocarica databili quasi totalmente al sec. XIX; oltre ai fucili italiani sono presenti un modello di fabbricazione svizzera e due francesi. Esteticamente interessante è un fucile da caccia di fine secolo XVIII con la piastra decorata da un trofeo venatorio inciso, mentre di provenienza esotica è un fucile arabo con fornimenti in ottone. Completano la raccolta due tromboni, alcune pistole ad avancarica a percussione e una fiaschetta di polvere da sparo.