Il lascito testamentario di don Tornatore (1955) comprende, oltre agli oggetti di interesse artistico e storico, anche un certo numero di reperti archeologici.
I reperti databili al neo-eneolitico provengono dall’Isolino di Varese (dove il sacerdote prestò per molti anni la sua opera) e da Bodio, mentre per i manufatti in metallo è possibile soltanto indicare una generica provenienza dalla provincia di Varese o dal vicino Novarese, non essendosi conservata la correlazione tra gli oggetti e le didascalie originarie. Alcuni di questi reperti erano stati donati al sacerdote dall'amico Mario Bertolone, archeologo e direttore dei Musei Civici di Villa Mirabello a Varese dal 1937 al 1964, altri sono stati raccolti probabilmente grazie ai suoi rapporti di amicizia e stima con gli abitanti del luogo.
I reperti del periodo neo-eneolitico comprendono strumenti in selce scheggiata (lame, grattatoi, punte di freccia) e pietra verde levigata (asce trapezoidali).
La raccolta include anche oggetti di ornamento in bronzo: fibule (spille) intere o in frammenti, spilloni, anelli e fermatrecce, databili dalla fine dell’VIII secolo alla metà del VI a.C, armille (bracciali) di epoca tardo romana (fine III - seconda metà VI sec. d.C.)
In bronzo è anche un’ascia del tipo cosiddetto “Savignano” dell'antica età del Bronzo (secc. XXII-XIV a.C.).